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sabato 27 luglio 2024, Ore 21.00
Colognola ai Colli - Circolo Noi (Via San Biagio)
IL PRETE DEI CASTAGNARI
Alessandro Anderloni
«Ribelle, matto, strano, scomodo, provocatore, solitario, anticonformista, disobbediente, controcorrente, genio, barbone, comunista, fascista. Prete anarchico, prete eremita, prete operaio, prete scienziato prete salvègo. Don dinamite. Quello che ha fatto esplodere la canonica. Quello che ha risposto per le rime al Vescovo. Quello che ha processato e ha sparato al quadro di Mussolini...» Lo etichettarono in molti modi. Cercò soltanto di essere un uomo e un prete libero. Alessandro Anderloni racconta Don Alberto Benedetti, Il prete dei castagnari, tratto dal libro edito da Bussinelli Editore che è arrivato nel 2024 alla sua quinta ristampa.
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domenica 28 luglio 2024, Ore 18.00
San Rocco di Piegara - Calma Granda
IL PRETE DEI CASTAGNARI
Alessandro Anderloni
«Ribelle, matto, strano, scomodo, provocatore, solitario, anticonformista, disobbediente, controcorrente, genio, barbone, comunista, fascista. Prete anarchico, prete eremita, prete operaio, prete scienziato prete salvègo. Don dinamite. Quello che ha fatto esplodere la canonica. Quello che ha risposto per le rime al Vescovo. Quello che ha processato e ha sparato al quadro di Mussolini...» Lo etichettarono in molti modi. Cercò soltanto di essere un uomo e un prete libero. Alessandro Anderloni racconta Don Alberto Benedetti, Il prete dei castagnari, tratto dal libro edito da Bussinelli Editore che è arrivato nel 2024 alla sua quinta ristampa.
Partecipazione libera senza prenotazione. Posti a sedere sul prato. Si consiglia di portare un telo o una coperta.
Un'iniziativa dell'Amministrazione Comunale di Roveré Veronese. -
Velofestival lunedì 29 luglio 2024, Ore 21.00
Velo Veronese - Teatro Orlandi
VELOVELODICO
un film di Alessandro Anderloni
«Velo, ve lo dico, ve lo torno a replicar, asini sarete se non saprete indovinar». La risposta è? Velo. Un paese che si racconta. Tredici persone di Velo Veronese sono i protagonisti di un’auto-narrazione collettiva. Alessandro Anderloni, che da trent’anni porta in scena la sua terra nativa con Le Falìe (i fiocchi di neve), ha coinvolto i suoi compaesani, dai 6 ai 96 anni, in un dialogo in cui i ricordi si confrontano con il quotidiano d’oggi, per una riflessione senza mediazioni sul significato di vivere in montagna, sui cambiamenti passati e presenti e sul sentirsi parte di una comunità. Dopo le interviste, realizzate in dialetto e in italiano nel teatro dove il paese “va in scena”, questi montanari raccontano le persone e i luoghi, tanto da farceli scoprire senza retorica e così da comprendere che, per loro, tutto riconduce su in Velo, come le parole del canto che chiude il film, con la musica di Bepi De Marzi.
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Velofestival lunedì 29 luglio 2024, Ore 21.00
Velo Veronese - Teatro Orlandi
VELOVELODICO
un film di Alessandro Anderloni
«Velo, ve lo dico, ve lo torno a replicar, asini sarete se non saprete indovinar». La risposta è? Velo. Un paese che si racconta. Tredici persone di Velo Veronese sono i protagonisti di un’auto-narrazione collettiva. Alessandro Anderloni, che da trent’anni porta in scena la sua terra nativa con Le Falìe (i fiocchi di neve), ha coinvolto i suoi compaesani, dai 6 ai 96 anni, in un dialogo in cui i ricordi si confrontano con il quotidiano d’oggi, per una riflessione senza mediazioni sul significato di vivere in montagna, sui cambiamenti passati e presenti e sul sentirsi parte di una comunità. Dopo le interviste, realizzate in dialetto e in italiano nel teatro dove il paese “va in scena”, questi montanari raccontano le persone e i luoghi, tanto da farceli scoprire senza retorica e così da comprendere che, per loro, tutto riconduce su in Velo, come le parole del canto che chiude il film, con la musica di Bepi De Marzi.
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Velofestival martedì 30 luglio 2024, Ore 21.00
Velo Veronese - Teatro Orlandi
L'OMETO E LA LUNA
di Alessandro Anderloni - Le Falìe
L’ometo si chiamava Saturnino e faceva il postino. Ogni giorno, a piedi, in bicicletta, con gli sci, dopo che con la corriera erano arrivate da Verona lettere e cartoline, dalla piazza di Velo Veronese saliva alle contrade a incontrare e a consolare solitudini: la sarta con il marito emigrato, il contadino vedovo, i due fratelli da maritare, la dolce Andreina. Finché, come racconta l’antica storia, in una notte di luna piena Saturnino non finì lassù, come l’ometo che olea quèrdar la luna co na forcà de spinarele. Era il 1969 e alla televisione si diceva che l’Uomo avesse messo piede sulla luna. Lasciandosi ispirare dalla novella Scrivere a se stessi di Cesare Marchi, nel libro Quando eravamo povera gente, a trent’anni dal suo primo raccontare storie con La Madona l’à portà la luce, Alessandro Anderloni dirige il quattordicesimo testo teatrale che ha scritto per Le Falìe, con diciotto attori e attrici a mettere in scena il tempo del sogno e della disillusione.
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Velofestival mercoledì 31 luglio 2024, Ore 21.00
Velo Veronese - Teatro Orlandi
L'OMETO E LA LUNA
di Alessandro Anderloni - Le Falìe
L’ometo si chiamava Saturnino e faceva il postino. Ogni giorno, a piedi, in bicicletta, con gli sci, dopo che con la corriera erano arrivate da Verona lettere e cartoline, dalla piazza di Velo Veronese saliva alle contrade a incontrare e a consolare solitudini: la sarta con il marito emigrato, il contadino vedovo, i due fratelli da maritare, la dolce Andreina. Finché, come racconta l’antica storia, in una notte di luna piena Saturnino non finì lassù, come l’ometo che olea quèrdar la luna co na forcà de spinarele. Era il 1969 e alla televisione si diceva che l’Uomo avesse messo piede sulla luna. Lasciandosi ispirare dalla novella Scrivere a se stessi di Cesare Marchi, nel libro Quando eravamo povera gente, a trent’anni dal suo primo raccontare storie con La Madona l’à portà la luce, Alessandro Anderloni dirige il quattordicesimo testo teatrale che ha scritto per Le Falìe, con diciotto attori e attrici a mettere in scena il tempo del sogno e della disillusione.
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venerdì 02 agosto 2024, Ore 20.45
Lavagno - Forte di San Briccio
IL PRETE DEI CASTAGNARI
Alessandro Anderloni
«Ribelle, matto, strano, scomodo, provocatore, solitario, anticonformista, disobbediente, controcorrente, genio, barbone, comunista, fascista. Prete anarchico, prete eremita, prete operaio, prete scienziato prete salvègo. Don dinamite. Quello che ha fatto esplodere la canonica. Quello che ha risposto per le rime al Vescovo. Quello che ha processato e ha sparato al quadro di Mussolini...» Lo etichettarono in molti modi. Cercò soltanto di essere un uomo e un prete libero. Alessandro Anderloni racconta Don Alberto Benedetti, Il prete dei castagnari, tratto dal libro edito da Bussinelli Editore che è arrivato nel 2024 alla sua quinta ristampa.
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Velofestival sabato 03 agosto 2024, Ore 17.00
Velo Veronese - Cóvolo di Camposilvano
DANTE JAZZ AL CÓVOLO
Alessandro Anderloni, Mauro Ottolini, Fausto Beccalossi, Giulio Corini
Un viaggio musicale dentro la Divina Commedia più inaspettata, dalla cucina infernale delle Malebolge, con i dodici diavoli-sguatteri di Belzebù, per approdare alle balze scoscese della montagna del Purgatorio, con l’invettiva di Dante contro l’Italia serva e venduta, e arrivare infine alla luce del Paradiso, innalzati dal sorriso e dallo sguardo d’amore di Beatrice. Alessandro Anderloni è l’autore di una nuova narrazione tratta dalla Commedia e dà voce ai canti di Dante, interpretandoli a memoria. La musica di Mauro Ottolini al trombone, Fausto Beccalossi alla fisarmonica e Giulio Corini al contrabbasso accompagna, intrecciando le sonorità del jazz a quelle evocate dagli endecasillabi di Dante, solfeggiando in quattro terzi le terzine, contrappuntando il grottesco dell’Inferno, la veemenza del Purgatorio, la sinfonia di luce e suono del Paradiso. ALESSANDRO ANDERLONI, narrazione
MAURO OTTOLINI, trombone
FAUSTO BECCALOSSI, fisarmonica
GIULIO CORINI, contrabbasso In caso di maltempo il concerto si terrà nel Teatro Orlandi di Velo Veronese -
Velofestival lunedì 05 agosto 2024, Ore 21.00
Velo Veronese - Teatro Orlandi
VELOVELODICO
un film di Alessandro Anderloni
«Velo, ve lo dico, ve lo torno a replicar, asini sarete se non saprete indovinar». La risposta è? Velo. Un paese che si racconta. Tredici persone di Velo Veronese sono i protagonisti di un’auto-narrazione collettiva. Alessandro Anderloni, che da trent’anni porta in scena la sua terra nativa con Le Falìe (i fiocchi di neve), ha coinvolto i suoi compaesani, dai 6 ai 96 anni, in un dialogo in cui i ricordi si confrontano con il quotidiano d’oggi, per una riflessione senza mediazioni sul significato di vivere in montagna, sui cambiamenti passati e presenti e sul sentirsi parte di una comunità. Dopo le interviste, realizzate in dialetto e in italiano nel teatro dove il paese “va in scena”, questi montanari raccontano le persone e i luoghi, tanto da farceli scoprire senza retorica e così da comprendere che, per loro, tutto riconduce su in Velo, come le parole del canto che chiude il film, con la musica di Bepi De Marzi.
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Velofestival martedì 06 agosto 2024, Ore 21.00
Velo Veronese - Teatro Orlandi
L'OMETO E LA LUNA
di Alessandro Anderloni - Le Falìe
L’ometo si chiamava Saturnino e faceva il postino. Ogni giorno, a piedi, in bicicletta, con gli sci, dopo che con la corriera erano arrivate da Verona lettere e cartoline, dalla piazza di Velo Veronese saliva alle contrade a incontrare e a consolare solitudini: la sarta con il marito emigrato, il contadino vedovo, i due fratelli da maritare, la dolce Andreina. Finché, come racconta l’antica storia, in una notte di luna piena Saturnino non finì lassù, come l’ometo che olea quèrdar la luna co na forcà de spinarele. Era il 1969 e alla televisione si diceva che l’Uomo avesse messo piede sulla luna. Lasciandosi ispirare dalla novella Scrivere a se stessi di Cesare Marchi, nel libro Quando eravamo povera gente, a trent’anni dal suo primo raccontare storie con La Madona l’à portà la luce, Alessandro Anderloni dirige il quattordicesimo testo teatrale che ha scritto per Le Falìe, con diciotto attori e attrici a mettere in scena il tempo del sogno e della disillusione.
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Velofestival mercoledì 07 agosto 2024, Ore 21.00
Velo Veronese - Teatro Orlandi
L'OMETO E LA LUNA
di Alessandro Anderloni - Le Falìe
L’ometo si chiamava Saturnino e faceva il postino. Ogni giorno, a piedi, in bicicletta, con gli sci, dopo che con la corriera erano arrivate da Verona lettere e cartoline, dalla piazza di Velo Veronese saliva alle contrade a incontrare e a consolare solitudini: la sarta con il marito emigrato, il contadino vedovo, i due fratelli da maritare, la dolce Andreina. Finché, come racconta l’antica storia, in una notte di luna piena Saturnino non finì lassù, come l’ometo che olea quèrdar la luna co na forcà de spinarele. Era il 1969 e alla televisione si diceva che l’Uomo avesse messo piede sulla luna. Lasciandosi ispirare dalla novella Scrivere a se stessi di Cesare Marchi, nel libro Quando eravamo povera gente, a trent’anni dal suo primo raccontare storie con La Madona l’à portà la luce, Alessandro Anderloni dirige il quattordicesimo testo teatrale che ha scritto per Le Falìe, con diciotto attori e attrici a mettere in scena il tempo del sogno e della disillusione.
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mercoledì 07 agosto 2024, Ore 21.00
Bosco Chiesanuova (VR) - Boscopark
LA GRANDE GUERRA MESCHINA
Alessandro Anderloni, Raffaella Benetti, Thomas Sinigaglia
Alessandro Anderloni, narrazione
Raffaella Benetti, canto
Thomas Sinigaglia, fisarmonica In un tempo in cui, solo perché è più vicina a noi, torniamo a ragionare di guerra, avremmo il dovere di ricordarci che ogni guerra è voluta, preparata, gestita e finanziata da qualcuno, che è un grande affare per gli stati che producono e vendono armi, che non ci sono “buoni” e “cattivi”, che non è ma il popolo ma chi lo dovrebbe guidare, ascoltandolo, a volere la guerra. Così la Grande Guerra non fu una guerra per il popolo ma contro il popolo, e non fu guerra fatta solo di eroismi ma anche di ammutinamenti, diserzioni, indisciplina, odio verso gli ufficiali, autolesionismo, feroci battute e cartelli satirici contro le autorità e le istituzioni. Fu soprattutto guerra di ingiustizia, di fucilazioni e decimazioni sommarie, di prevaricazione dei diritti umani perpetrate dallo Stato Maggiore dellʼEsercito Italiano, dai comandanti dei corpi dʼarmata, da molti ufficiali superiori. Uno spettacolo contro la guerra e contro chi la vuole, allora, oggi e sempre.
Prenotazioni: www.boscopark.it -
giovedì 08 agosto 2024, Ore 20.45
San Giorgio di Bosco Chiesanuova - Malga Campegno
IL PRETE DEI CASTAGNARI
Alessandro Anderloni
«Ribelle, matto, strano, scomodo, provocatore, solitario, anticonformista, disobbediente, controcorrente, genio, barbone, comunista, fascista. Prete anarchico, prete eremita, prete operaio, prete scienziato prete salvègo. Don dinamite. Quello che ha fatto esplodere la canonica. Quello che ha risposto per le rime al Vescovo. Quello che ha processato e ha sparato al quadro di Mussolini...» Lo etichettarono in molti modi. Cercò soltanto di essere un uomo e un prete libero. Alessandro Anderloni racconta Don Alberto Benedetti, Il prete dei castagnari, tratto dal libro edito da Bussinelli Editore che è arrivato nel 2024 alla sua quinta ristampa. Info: www.malgavazzo.it/malga-campegno/
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Velofestival venerdì 09 agosto 2024, Ore 21.00
Velo Veronese - Teatro Orlandi
IO SONO ANTONIO. IL SIGNOR PELLIZZARI ANTONIO IN VIVALDI
di e con Alessandro Anderloni
La storia di Antonio Pellizzari, figlio del “paron Giacomo”, creatore della Scuola di Musica di Arzignano che, nei primi anni Cinquanta, cambiò la storia della Valle del Chiampo. Tornato dall’esilio svizzero durante gli ultimi due anni della Seconda Guerra Mondiale, Antonio inventò una scuola di musica, un’orchestra, un coro che, sul modello di Adriano Olivetti a Ivrea, trasformò una piccola cittadina del Nordest in una città di cultura e d’arte. Le prime prove dell’orchestra si svolgevano negli spazi della Mensa Aziendale. Vi assisteva anche Mario Rigoni Stern che era stato trasferito da un ufficio statale di Asiago. Antonio morì, misteriosamente, a trentacinque anni e il suo sogno artistico e umano si infranse ma lasciò traccia indelebile nella memoria della sua gente. Alessandro Anderloni racconta, nel Centenario dalla nascita di Antonio, quegli anni di rinascita e sogno.
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Velofestival lunedì 12 agosto 2024, Ore 21.00
Velo Veronese - Teatro Orlandi
VELOVELODICO
un film di Alessandro Anderloni
«Velo, ve lo dico, ve lo torno a replicar, asini sarete se non saprete indovinar». La risposta è? Velo. Un paese che si racconta. Tredici persone di Velo Veronese sono i protagonisti di un’auto-narrazione collettiva. Alessandro Anderloni, che da trent’anni porta in scena la sua terra nativa con Le Falìe (i fiocchi di neve), ha coinvolto i suoi compaesani, dai 6 ai 96 anni, in un dialogo in cui i ricordi si confrontano con il quotidiano d’oggi, per una riflessione senza mediazioni sul significato di vivere in montagna, sui cambiamenti passati e presenti e sul sentirsi parte di una comunità. Dopo le interviste, realizzate in dialetto e in italiano nel teatro dove il paese “va in scena”, questi montanari raccontano le persone e i luoghi, tanto da farceli scoprire senza retorica e così da comprendere che, per loro, tutto riconduce su in Velo, come le parole del canto che chiude il film, con la musica di Bepi De Marzi.
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Velofestival giovedì 15 agosto 2024, Ore 21.00
Velo Veronese - Teatro Orlandi
IL PRETE DEI CASTAGNARI
di e con Alessandro Anderloni
«Ribelle, matto, strano, scomodo, provocatore, solitario, anticonformista, disobbediente, controcorrente, genio, barbone, comunista, fascista. Prete anarchico, prete eremita, prete operaio, prete scienziato prete salvègo. Don dinamite. Quello che ha fatto esplodere la canonica. Quello che ha risposto per le rime al Vescovo. Quello che ha processato e ha sparato al quadro di Mussolini...» Lo etichettarono in molti modi. Cercò soltanto di essere un uomo e un prete libero. Alessandro Anderloni racconta Don Alberto Benedetti, Il prete dei castagnari, tratto dal libro edito da Bussinelli Editore che è arrivato nel 2024 alla sua quinta ristampa.
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sabato 17 agosto 2024, Ore 21.00
Villafranca - Castello Scaligero
IL PRETE DEI CASTAGNARI
Alessandro Anderloni
«Ribelle, matto, strano, scomodo, provocatore, solitario, anticonformista, disobbediente, controcorrente, genio, barbone, comunista, fascista. Prete anarchico, prete eremita, prete operaio, prete scienziato prete salvègo. Don dinamite. Quello che ha fatto esplodere la canonica. Quello che ha risposto per le rime al Vescovo. Quello che ha processato e ha sparato al quadro di Mussolini...» Lo etichettarono in molti modi. Cercò soltanto di essere un uomo e un prete libero. Alessandro Anderloni racconta Don Alberto Benedetti, Il prete dei castagnari, tratto dal libro edito da Bussinelli Editore che è arrivato nel 2024 alla sua quinta ristampa.
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Velofestival lunedì 19 agosto 2024, Ore 21.00
Velo Veronese - Teatro Orlandi
VELOVELODICO
un film di Alessandro Anderloni
«Velo, ve lo dico, ve lo torno a replicar, asini sarete se non saprete indovinar». La risposta è? Velo. Un paese che si racconta. Tredici persone di Velo Veronese sono i protagonisti di un’auto-narrazione collettiva. Alessandro Anderloni, che da trent’anni porta in scena la sua terra nativa con Le Falìe (i fiocchi di neve), ha coinvolto i suoi compaesani, dai 6 ai 96 anni, in un dialogo in cui i ricordi si confrontano con il quotidiano d’oggi, per una riflessione senza mediazioni sul significato di vivere in montagna, sui cambiamenti passati e presenti e sul sentirsi parte di una comunità. Dopo le interviste, realizzate in dialetto e in italiano nel teatro dove il paese “va in scena”, questi montanari raccontano le persone e i luoghi, tanto da farceli scoprire senza retorica e così da comprendere che, per loro, tutto riconduce su in Velo, come le parole del canto che chiude il film, con la musica di Bepi De Marzi.
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Velofestival giovedì 22 agosto 2024, Ore 21.00
Velo Veronese - Teatro Orlandi
L'OMETO E LA LUNA
di Alessandro Anderloni - Le Falìe
L’ometo si chiamava Saturnino e faceva il postino. Ogni giorno, a piedi, in bicicletta, con gli sci, dopo che con la corriera erano arrivate da Verona lettere e cartoline, dalla piazza di Velo Veronese saliva alle contrade a incontrare e a consolare solitudini: la sarta con il marito emigrato, il contadino vedovo, i due fratelli da maritare, la dolce Andreina. Finché, come racconta l’antica storia, in una notte di luna piena Saturnino non finì lassù, come l’ometo che olea quèrdar la luna co na forcà de spinarele. Era il 1969 e alla televisione si diceva che l’Uomo avesse messo piede sulla luna. Lasciandosi ispirare dalla novella Scrivere a se stessi di Cesare Marchi, nel libro Quando eravamo povera gente, a trent’anni dal suo primo raccontare storie con La Madona l’à portà la luce, Alessandro Anderloni dirige il quattordicesimo testo teatrale che ha scritto per Le Falìe, con diciotto attori e attrici a mettere in scena il tempo del sogno e della disillusione.
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giovedì 05 settembre 2024, Ore 21.00
Arzignano - Villa Brusarosco
TERRA BELLA TERRA
Alessandro Anderloni, Raffaella Benetti, Enrico Breanza
Cento anni fa nascevano Piero Paolo Pasolini e Luigi Meneghello, entrambi, l’uno friulano e l’altro veneto, cantori, a loro modo, del mondo contadino, della sua morte Pasolini, della sua trasfigurazione Meneghello. Un mondo di cui l’Italia è figlia e che ora sembra voler dimenticare. Con il cambiare del lavoro nei campi e il lento scomparire dei dialetti, sono cambiate le persone, il rapporto con la terra e le stagioni, la conoscenza delle usanze e delle tradizioni. Dai terrazzieri sugli argini del Po ai salinari siculi, dai pastori abruzzesi ai battipali della Laguna di Venezia, dalle mondine del Varesotto alle pastore sarde, lo spettacolo racconta storie di uomini e donne legati fin nelle viscere alle loro terre. Nel testo aleggia l’ispirazione di alcuni grandi cantori delle genti contadine: Cesare Zavattini, Dino Coltro, Roberto Leydi, Luigi Meneghello, Mario Rigoni Stern, Pier Paolo Pasolini, Nuto Revelli, Eugenio Turri e David Maria Turoldo.
Informazioni e prenotazioni
Telefono: 389 0235858
lefalie at lefalie dot it
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