Generazione teatro Le scuole fanno teatro. Un progetto di Alessandro Anderloni e de Le Falìe

 Le Falìe

Teatro Ristori (Verona) - 19 / 25 maggio 2014. Scarica il programma.

Dove nasce la voglia di teatro? A scuola. Degli anni trascorsi sui banchi si dimenticano molte cose, ma chi ha fatto teatro a scuola non lo dimentica più. Perché chi va in scena bambino o giovane esplora una dimensione diversa, dove affrontare le paure, accrescere la fiducia e l’autostima, imparare il gusto del raccontare. Il teatro nelle scuole è una dolce rivoluzione, un lieto rimescolamento di ruoli e di rapporti, un ridisegnare i gruppi e le dinamiche delle classi. Se poi il teatro si inventa, allora si aggiunge l'entusiasmo di cercare storie, l'impazienza di portarle in scena, la trepidazione di riuscirci o di fallire. Trecento studenti dai sei ai diciannove anni di sette scuole veronesi lavorano dal novembre 2013 per portare sul palcoscenico del Teatro Ristori sette spettacoli nuovi, pensati, scritti e messi in scena nel corso dei laboratori. È così che cresce, con il teatro, la nuova generazione.

Lunedì 19 maggio, ore 20.30
Bertoldo e il re
La favola giullaresta di Re Alboino e dell’astuto e irriverente villano Bertoldo.

Martedì 20 maggio, ore 20.30
L'ultimo viaggio di Salgari
Da ogni capo del mondo, partono i personaggi di Salgari alla ricerca del loro autore.

Mercoledì 21 maggio, ore 20.30
I ragazzi della montagna
Dopo la guerra, due bande di ragazzi e l'esempio del sacrificio di Rita Rosani.

Giovedì 22 maggio, ore 20.30
Nia e gli uomini grigi
Cento bambini e bambine per cantare, suonare e recitare una fiaba di speranza.

Venerdì 23 maggio, ore 20.30
Un medico in Africa
La storia di Virgilio Grossule, medico volontario in Congo agli inizi del Novecento.

Sabato 24 maggio, ore 20.30
Il naufragio dei matti
La città dei sani non si accorge di un’altra città pronta a imbarcarsi e a partire.

Domenica 25 maggio, ore 20.30
Bartolomeo
Quel facchino, il giorno che salvò la famiglia sulla torre del Ponte Navi di Verona.

Gli spettacoli sono aperti al pubblico, a ingresso gratuito, fino a esaurimento dei posti disponibili.
Parcheggio gratuito riservato agli spettatori con ingresso in Vicolo Ognissanti aperto fino a mezzora dopo la fine degli spettacoli serali.



LABORATORI PER INSEGNANTI, EDUCATORI E PROFESSORI

19, 20, 21 maggio 2014

La comunicazione del corpo, della voce, dell'anima
con Alessandro Anderloni

21, 22, 23 maggio 2014
Educare la voce
con Matteo Belli

23, 24 maggio 2014
Insegnare con la lingua italiana
con Edoardo Lombardi Vallauri

La partecipazione è gratuita con l’iscrizione all’associazione Le Falìe (€ 15).
Info e prenotazioni: info@lefalie.it - 347 7137233.



I CORIANDOLI DEL TEATRO
«Allora il maestro di teatro disse: «Porgete le mani» e a ognuno consegnò una manciata di coriandoli colorati. Poi aggiunse: «Ora chiudete gli occhi e immaginate il vostro personaggio». Luisella sognava di essere una fata e si vide volare con ali trasparenti, avvolta in una nuvola di luccichini rosa. Babu, che aveva lo stesso nome di suo nonno, si immaginò con la pelle raggrinzita, la barba bianca, gli occhi scavati nel volto nero e tante storie da raccontare. Elias non aveva dubbi: voleva interpretare un calciatore, come sognava di diventare quando scalciava il pallone di pezza per le strade di Salvador de Bahia. Daniel scelse Tremal-Naik, il “cacciatore di serpenti della giungla nera” di cui aveva letto sui libri di Salgari. Lucas era incerto tra un bradipo e un leone, ma optò per il felino, visto che di aspiranti bradipi in classe ce n’erano già due, Nicola e Amina. Chiara era rimasta così impressionata da quello che le avevano raccontato sui bambini soldato che decise di voler raccontare le loro sofferenze. Laura si vide una donna in carriera, vent’anni più vecchia della sua età, elegante e vincente ma triste per un uomo che aveva sposato per soldi e non per amore. Giacomo pensò a un matto che danza un minuetto insieme con la sua ombra sotto a un lampione. A Sandrino venne in mente il prete del suo paese, alto e un po’ ingobbito, con una pancetta sporgente sopra le gambette affilate. Nina, gli occhietti chiusi nel suo angolo di fantasia, non riusciva a decidersi: Arlecchino, con la veste di pezze colorate, o Pinocchio, con il cappello di mollica di pane? Il maestro di teatro disse: «Lanciate in aria i vostri coriandoli». Nina esitò un attimo poi, quando tutti gli altri avevano già fatto volare le mille briciole colorate in aria, anche lei li lanciò. I coriandoli planarono sul pavimento e, per la magia del teatro, vi disegnarono i personaggi che ognuno aveva immaginato. Quello di Nina era un omino seduto, quasi rannicchiato, con un vestitino colorato e uno strano cappello a punta. Lo guardò: era lui; sì, proprio lui il personaggio che voleva interpretare. Aveva i suoi stessi occhi grandi, velati da una sottile, lontana malinconia.»