SPERATURA Il nuovo spettacolo di Alessandro Anderloni con il Teatro del Montorio, compagnia teatrale del carcere di Verona

 Le Falìe

Il Teatro del Montorio, compagnia teatrale di detenuti e detenute del carcere di Verona diretta da Alessandro Anderloni e Isabella Dilavello, porta in scena il suo terzo spettacolo nell’ambito del progetto “Teatro in Carcere” voluto dalla direzione del Carcere di Verona e condotto da Le Falìe con il sostegno della Fondazione San Zeno.

Cappella del Carcere di Verona (Via San Michele, 19 - Verona)
Lunedì 27 giugno 2016, ore 20.00, Martedì 28 giugno 2016, ore 20.00
Ingresso solo su invito

«Saremo cari a noi stessi e agli dei finché resteremo qui e anche dopo che avremo riportato le ricompense della giustizia, come i vincitori che vanno in giro a raccogliere premi, e godremo della felicità su questa terra e nel cammino di mille anni che abbiamo descritto.»
(Platone, Repubblica)

Tutto comincia con il riconoscere il proprio posto. Non il posto dove ci si trova, ma quello dove ci si deve sedere. Una sola sedia è la tua. La saprai riconoscere? Allora siedi, e aspetta. Perché è l’attesa il tempo per ricordare chi sei. Aspetta, e pensa. Pensa, e ancora, e senza tregua. Così, al momento della nascita sarai pronto a cominciare la tua esistenza con quello che ti lasci e ti concedi di desiderare. E non è forse solo di nascere che aspettiamo, qui?

Un racconto sul prima e sul dopo, sul destino e sull’azzardo, sul caso e sulla predestinazione, sui segni che portiamo addosso ancora prima di venire al mondo, su quel che siamo mentre diventiamo. Un racconto su tutte le occasioni che non abbiamo avuto di nascere. Un racconto sul dubbio che tutto sia già stato scritto e deciso, per cui, alla fine, resta una sola domanda: «Possiamo solo decidere una cosa, di non giocare. Dunque, cosa vuol fare? Giocare o no?»

Anche noi qui, nella nostra sala d’attesa, nell’aula Quattro del Montorio. Noi, quelli del Montorio: Il Teatro del Montorio. Noi siamo qui ad aspettare il momento di raccontare, e a ingannare il tempo pensando chi vogliamo essere. Da due anni cerchiamo storie, e scriviamo con esse il testamento per lasciare a noi stessi quello che avremo, o quello che qui possiamo solo sognare. Se sia fecondo il nostro lascito lo si saprà solo guardandolo alla luce del sole. Ché se in zoologia “speratura” è l’atto di vedere se c’è vita, qui al Montorio è l’atto di sperare. E forse è la stessa cosa. 

con
Serigne Bamba Diaw, filosofo
Nicoletta Cabrelle, infermiera
Alessandra Cusin, bambina
Lucia Lo Gatto, fantasma
Mohammed Rayh, servo
Cristiano Rossini, soldato
Fation Rexhepi, pugile
Carlo Santoriello, Pulcinella
Saša Jeremić, soldato
Valerio Volpe Tancredi, re

creazioni in feltro: Esther Weber realizzati con Marta Pagan Griso
scenografie: Luigino Anderloni e Diego Minetto con La Falegnameria Resistente
costumi: Giovanna Ferrarese
progetto grafico: Giorgia De Maldè
fotografie: Flavio Pèttene
ufficio stampa: Marta Bicego

si ringrazia per la collaborazione:
il Reparto di Polizia Penitenziaria del Carcere di Verona la Camera Penale Veronese
l’Associazione Microcosmo
la Cooperativa Oltre il Forno
padre Angelo e suor Maria